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Mod "De Bello Mundi" Forum

SALVE A TUTTI

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    BJB FabioMassimo
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    Registrato il: 09/12/2007
    Città: ROMA
    Età: 31
    Sesso: Maschile
    Schiavo
    00 13/12/2007 19:15
    ciao a tutti,sono BJB e già sono stato ammesso da poco nel team...appena ho letto cosa stavate facendo ho subito deciso di aiutarvi,spero faremo un grande lavoro insieme [SM=g7350]
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    "Unus homo nobis cunctando restituit rem.Non enim rumores ponebat ante salutem.Ergo postque magisque viri nunc gloria claret"
    -Ennio su QuintusFabiusMaximusCunctator-
    Sii più benefico di Augusto e più giusto di Traiano
    -saluto del senato agli imperatori posteriori a Traiano-
    * Il principio è un periodo di delicati equilibri. Sappiate che questo è l'anno 10191. L'universo conosciuto è governato dall'imperatore Padishah Shaddam IV, mio padre. In questo periodo la più preziosa e vitale sostanza dell'universo è il Melange, la spezia. La spezia allunga il corso della vita. La spezia aumenta la conoscenza. La spezia è essenziale per annullare lo spazio. La potente Gilda spaziale e i suoi navigatori che la spezia ha trasformato nel corso di oltre 4000 anni, usano il gas arancione della spezia che conferisce loro la capacità di annullare lo spazio, e cioè, di viaggiare in qualsiasi parte dell'universo senza mai muoversi. Oh già, ho dimenticato di dirverlo. La spezia esiste su un solo pianeta nell'intero universo conosciuto. Un arido e desolato pianeta con vasti deserti. Nascosta tra le rocce in queste zone desertiche vive una popolazione conosciuta come i Fremen, che attende secondo un'antica profezia l'avvento di un uomo, un messia, che li guiderà finalmente verso la vera libertà. Il pianeta è Arrakis, conosciuto anche come Dune. (Principessa Irulan Corrino)

    * Il dormiente deve svegliarsi. (Duca Leto Atreides)

    * Neanche una goccia di pioggia su Arrakis. (Paul Atreides)

    * Il mio nome è una parola che uccide. (Paul Atreides)

    * Chi controlla la spezia, controlla l'universo! (Barone Vladimir Harkonnen)

    * Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò. (Paul Atreides)

    * Dimmi delle acque del tuo pianeta, Usul. (Chani)

    * Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam: Nessun uomo ha mai bevuto l'acqua della vita.
    Paul Atreides: In tanti hanno provato e non sono riusciti?
    Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam: In tanti hanno provato e sono morti!



    il miglior modo per non sentirsi inferiori è sentirsi superiori.

    Possis nihil Urbe Roma visere maius



    Roma Caput Mundi

    TERROR MUNDI

    CUNCTATOR
  • Lucio Settimio Severo
    00 13/12/2007 19:48
    Benvenuto BJB FabioMassimo nel forum e nel team [SM=g7487] .
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    Tirteo
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    Registrato il: 26/11/2007
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    Centurione
    00 13/12/2007 21:23
    Benvenuto [SM=g7487] [SM=g7349]

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    Uomini senza fallo, semidei
    che vivete in castelli inargentati,
    che di gloria toccaste gli apogei,
    noi che invochiam pietà siamo i drogati.
    Dell'inumano varcando il confine
    conoscemmo anzitempo la carogna
    che ad ogni ambito sogno mette fine:
    che la pietà non vi sia di vergogna.

    Banchieri, pizzicagnoli, notai,
    coi ventri obesi e le mani sudate,
    coi cuori a forma di salvadanai,
    noi che invochiam pietà fummo traviate.
    Navigammo su fragili vascelli
    per affrontar del mondo la burrasca,
    ed avevamo gli occhi troppo belli:
    che la pietà non vi rimanga in tasca.

    Giudici eletti, uomini di legge,
    noi che danziam nei vostri sogni ancora
    siamo l'umano desolato gregge
    di chi morì con il nodo alla gola.
    Quanti innocenti all'orrenda agonia
    votaste decidendone la sorte,
    e quanto giusta pensate che sia
    una sentenza che decreta morte?

    Uomini, cui pietà non convien sempre,
    male accettando il destino comune,
    andate, nelle sere di novembre,
    a spiar delle stelle al fioco lume,
    la morte e il vento, in mezzo ai camposanti,
    muover le tombe e metterle vicine
    come fossero tessere giganti
    di un domino che non avrà mai fine.

    Uomini, poiché all'ultimo minuto
    non vi assalga il rimorso ormai tardivo
    per non aver pietà giammai avuto
    e non diventi rantolo il respiro:
    sappiate che la morte vi sorveglia
    gioir nei prati o fra i muri di calce,
    come crescere il gran guarda il villano
    finché non sia maturo per la falce.